Il capolavoro "Un guanto" contenuta in "Prendere e lasciare" (1996) è
liberamente ispirata ad una serie di disegni a penna di Max Klinger, che solo
nel 1880 furono incisi dallo stesso autore.
Francesco, nel comporre il brano si è lasciato guidare dalla visione di
queste opere, compiendo una sorta di narrazione sui fatti descritti da Klinger,
realizzando così quello che Klinger ha sempre sostenuto, l'unità di tutte le arti,
fondendo quella musicale con quella pittorica.
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Un guanto
precipitò da una mano desiderata a toccare il pavimento del mondo in una
pista affolata.... ...e il
guanto e la sua padrona pattinavano via... |
...sotto un albero
senza fiori si struggeva l'amore amato e il guanto era a pochi passi..... |
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...un uomo da una
piccola barca, sporgendosi sul mare, era un guanto che rischiava di
annegare, era un guanto che rischiava di affondare... |
...e intanto milioni
di rose, rifluivano sul bagnasciuga... |
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...e piccoli guanti
risalivano la corrente...fino al Capo dei sogni e alla riva del letto,
dell'innocente che dormiva... |
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...e il guanto fu
rapito, in una notte d'inchiostro, da quel mistero chiamato amore da quell'amore
che sembrava un mostro, inutilmente due nude mani si protesero a
trattenerlo... |
...il guanto si era
già posato in quel quadro infinito, dove psiche e Cupido governano insieme,
dove psiche e Cupido sorridono insieme. |
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